“Lo scorso anno, dei 1991 rilievi di incidenti stradali, 373 erano con fuga o omissione di soccorso, quasi il 19% – esordisce l’Assessore alla Sicurezza Caterina de Gavardo. “Ma allontanarsi dal luogo dell’incidente non è mai una scelta giusta” – continua de Gavardo – “Il Reparto Motorizzato è la struttura della Polizia Locale di Trieste specializzata nel pronto intervento. Rileva il 90% dei sinistri nel territorio comunale e investe molte energie per scoprire chi ha causato l’incidente e garantire il giusto risarcimento alle vittime. Nella maggior parte dei casi le indagini vanno a buon fine. Fuggire quindi è insensato oltre che irresponsabile”.
Nel rispetto dei diritti delle persone indagate e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, ecco due casi recenti di fuga e omissione di soccorso, accaduti un paio di settimane fa a distanza di un giorno l’uno dall’altro.
Il primo in via dell’Istria: un veicolo in transito colpiva un pedone con lo specchietto retrovisore destro tanto da staccarlo; il mezzo frenava per un attimo ma poi ripartiva. La pattuglia ha avviato l’indagine partendo solo dallo specchietto e dall’unico testimone, il pedone ferito (per fortuna, non in modo grave): l’attenta analisi dei video di più telecamere, ha consentito di individuare un veicolo corrispondente alla descrizione – ma non la targa -, e di ricostruire il possibile tragitto. Il giorno successivo in un parcheggio sotterraneo nei pressi di via Flavia, veniva individuato un mezzo che corrispondeva a quello ricercato, privo dello specchietto destro. Poco dopo sopraggiungeva la proprietaria che, interrogata sull’evento del giorno prima, ammetteva la propria responsabilità.
Dovrà rispondere di lesioni personali stradali, fuga ed omissione di soccorso (Codice Penale, art. 590 e Codice della Strada art. 189 commi 1-6-7): il reato di fuga da un incidente con ferito e l’omissione di soccorso, oltre al processo e alle spese legali, prevede la sospensione della patente da 1 a 3 anni (fuga) e da 18 mesi a 5 anni (omissione di soccorso).
Se non fosse fuggita avrebbe ricevuto solo la sanzione per non aver rispettato l’obbligo di rallentare/fermarsi in una situazione di pericolo (Codice della Strada, art. 141 commi 4-11: 42€ – ridotti a 29 nei primi 5 giorni – e zero punti) e una comunicazione alla Procura della Repubblica per lesioni stradali.
Il secondo incidente in viale Ippodromo. Un gruppo di amici stava attraversando la strada sulle strisce: un veicolo diretto in via Cumano, incurante dell’attraversamento pedonale, investiva una donna del gruppo mentre tutti gli altri riuscivano fortunatamente a scansarsi. Il mezzo si allontanava in velocità tanto che nessuno aveva la prontezza di annotare la targa o il tipo di veicolo; anche questa volta, quindi, scarsi elementi d’indagine. Gli agenti partivano dal colore e da una rosa di possibili marche; subito controllavano i veicoli corrispondenti in zona cercando eventuali tracce dell’investimento sulle carrozzerie, ma senza esiti.
Nei giorni seguenti, avvalendosi dei filmati del sistema di videosorveglianza comunale – e non solo -, le ricerche si restringevano su un solo tipo di veicolo di colore nero ma, anche così, nessun risultato.
Solo un accurato studio, per esclusione, del possibile tragitto del veicolo dopo l’investimento e un’ulteriore analisi dei video, consentiva di individuare una targa: il veicolo in questione si trovava dal carrozziere e riportava ancora sul cofano tracce plausibilmente riconducibili al tipo di sinistro. Il proprietario del mezzo, dopo un tentennamento iniziale, confermava la sua presenza sul luogo dell’incidente e di non essersi fermato: anche in questo caso, al posto di una sanzione per omessa precedenza al pedone (art. 191 del Codice della Strada, 167€ e 8 punti in meno), dovrà rispondere di lesioni personali stradali, fuga ed omissione di soccorso (Codice Penale, art. 590 e Codice della Strada art. 189 commi 1-6-7) con spese legali e processuali annesse.
