Continua l’attività di controllo della Polizia Locale nell’ambito dell’emergenza Coronavirus: sulla strada, con le numerose pattuglie su tutto il territorio per accertare eventuali comportamenti illeciti; sul piano investigativo per ciò che concerne la verifica della documentazione e dei dati acquisiti dalle pattuglie.
Alla fine di marzo, veniva sorpreso a circolare, nonostante il divieto, un giovane che dichiarava la necessità di recapitare la spesa ai genitori e alla nonna. Dalla verifica dell’autocertificazione, emergeva come il giovane avesse indicato una residenza non veritiera, molto probabilmente confusa con l’attuale domicilio. Convocato per chiarimenti, gli operatori appuravano che il giovane si era allontanato dalla residenza anagrafica poiché i genitori si trovavano in quarantena. Tuttavia il padre del giovane non si trovava nella lista delle persone sottoposte a questo vincolo, bensì in quella dei positivi al Coronavirus.
La ben più grave condizione, induceva gli operatori del Nucleo di polizia giudiziaria della Polizia Locale ad effettuare un controllo al domicilio del padre e lo stesso veniva sorpreso a passeggiare tranquillamente sulla pubblica via senza utilizzare alcuna mascherina o altro dispositivo anticontaminazione. Intimato all’uomo di rientrare in casa e messo al corrente del reato commesso, questi minimizzava l’accaduto.
Dovrà rispondere di procurata epidemia colposa (Codice Penale, art. 452 Delitti colposi contro la salute pubblica, prevede la reclusione da 3 a 12 anni).