Era stata presa di mira da un uomo che l’aveva vista allo sportello dove lavorava e che per mesi l’ha costretta a subire una serie di comportamenti molesti e persecutori tali da ingenerare un permanente stato d’ansia e paura per la propria incolumità.
La denuncia alla Polizia Locale di Trieste e la successiva indagine ha dato risultati tangibili.
L’uomo, un 58enne straniero comunitario, aveva individuato le diverse sedi di lavoro della vittima e sistematicamente si faceva trovare lì proprio durante i suoi turni, fermandosi a fissarla, consegnandole bigliettini con frasi moleste e invasive e seguendola in uscita dal lavoro. La donna aveva perciò cambiato abitudini e si faceva accompagnare a casa da colleghi o conoscenti nel timore che potesse scoprire dove abitava.
Un vero incubo che l’ha spinta a rivolgersi alla Polizia Locale.
La denuncia è stata subito presa in carico dal Nucleo Contrasto Violenza Stalking e Abusi – specializzato proprio in questi reati – e dal Nucleo di Polizia Giudiziaria: le indagini raccoglievano elementi probatori sufficienti perché l’Autorità Giudiziaria emettesse nei confronti dell’uomo il divieto di avvicinamento alla vittima. La misura cautelare includeva anche il divieto di frequentare i luoghi abituali della donna, comprese le sedi lavorative, e l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico, introdotto recentemente proprio a tutela delle vittime (la legge n°69/2019 c.d. Codice Rosso, è stata così integrata lo scorso dicembre dalla legge n°168/2023).
Non appena l’uomo è ricomparso nell’ufficio dove si trovava la donna – qualche giorno fa – gli operatori della Polizia Locale hanno potuto notificargli la misura del divieto di avvicinamento che diventava così esecutiva; nel caso dovesse violarla, è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.