Alcuni giorni fa la Sala operativa diffondeva un’allerta a tutte le pattuglie di zona su una Fiat Panda bianca che procedeva pericolosamente da Barcola verso il centro città.
Il Reparto Motorizzato, pochissimi minuti dopo, riusciva ad intercettare il mezzo zigzagante in viale Miramare, all’altezza di largo Roiano, e lo inseguiva fino a farlo fermare in sicurezza poco prima di piazza Libertà.
Da una prima osservazione del conducente di 66 anni, gli operatori ipotizzavano una possibile alterazione alcolica tanto da sottoporlo all’alcol-blow e – successivamente all’esito positivo di questo – alla prova dell’etilometro che registrava un tasso di 2,49 g/l, cinque volte il massimo consentito per legge (0,5 g/l).
La situazione si è rivelata ben peggiore: dalle verifiche sui database ministeriali si è scoperto che l’uomo aveva la patente sospesa da febbraio, in seguito ad un incidente del mese precedente, causato in parte – anche allora – dallo stato di ebbrezza.
Oltre a questo, il Nucleo Infortunistica trovava nei suoi archivi altri 2 incidenti con soli danni materiali – dicembre e aprile, sempre rilevati dalla Polizia Locale –: in entrambi si era allontanato senza fornire i propri dati, ma le pattuglie erano riuscite a raccogliere elementi sufficienti ad identificarlo come responsabile.
L’uomo è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria ipotizzando la guida in stato di ebbrezza (procedimento penale, sequestro del mezzo ai fini della confisca) e con patente sospesa.