“La presenza costante sul territorio permette di far nascere, da semplici controlli di routine, operazioni più complesse che la Polizia Locale porta avanti con competenza e professionalità grazie alla fondamentale collaborazione e integrazione dei suoi nuclei specialistici” racconta l’Assessore Caterina de Gavardo. “Nella vicenda specifica il Distretto, occhio attento sul territorio, ha lavorato in stretta connessione con il neo costituito Nucleo Falso Documentale, una risorsa importante del Corpo di Polizia Locale di Trieste”.
Qualche giorno fa, durante un normale controllo in piazza Garibaldi, finalizzato al presidio del territorio, una pattuglia del Secondo Distretto di via Revoltella della Polizia Locale di Trieste notava in transito un veicolo di grossa cilindrata, dotato di vetri oscurati, tali da non rendere visibile chi fosse alla guida del veicolo.
Ad accrescere ancor più il sospetto negli operatori, vi era il comportamento di guida elusivo che il conducente dell’auto, probabilmente alla vista della pattuglia, stava adottando e di conseguenza gli agenti provvedevano ad intercettare e a fermare il veicolo in sicurezza nei pressi di via Maiolica.
Il conducente (B.S. di 31 anni) alla richiesta di esibire il documento di guida forniva una patente rilasciata dall’Autorità della Repubblica Ceca che però destava sospetti circa la sua autenticità. Inoltre da accertamenti effettuati sul veicolo, risultava che lo stesso fosse privo della copertura assicurativa e che non era stato sottoposto alla prescritta revisione periodica, risultata infatti scaduta nel 2020.
La pattuglia procedeva quindi con gli atti di rito e dopo aver sottoposto a sequestro amministrativo il veicolo, il conducente veniva condotto presso la Caserma San Sebastiano, dove, grazie ai controlli effettuati sulla patente dal personale specialistico del Nucleo Falso Documentale, emergeva che la stessa fosse falsa.
Il conducente veniva quindi deferito all’Autorità Giudiziaria e conseguentemente veniva disposto il sequestro penale della patente.
Qualche giorno dopo l’accaduto però, la pattuglia intervenuta si recava presso il domicilio di B.S. per le notifiche degli atti giudiziari, e notavano che il veicolo, oggetto di sequestro, non era più presente nel luogo di custodia precedentemente dichiarato dal conducente, in quanto lo stesso d’iniziativa e senza dare informazione alcuna all’Autorità preposta, aveva circolato con il veicolo e cambiato di fatto il luogo di custodia, che veniva rinvenuto in un box nei pressi di Campo San Giacomo.
Gli operatori procedevano quindi alla rimozione del veicolo e al suo trasporto presso un deposito autorizzato, revocando così la custodia del bene al conducente, al quale, oltre la denuncia a piede libero, venivano contestate le violazioni amministrative del Codice della Strada di circa €3250, alle quali venivano aggiunte le spese di prelievo e trasporto e la confisca del veicolo, precedentemente soltanto sequestrato.