Registri di un antico orfanotrofio illecitamente in vendita su Facebook: indagine della Polizia Locale

Rinvenuti e sequestrati, dopo un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, due registri ottocenteschi di un orfanotrofio triestino che non c’è più, con i nomi delle bambine e dei bambini ospiti, orfani o abbandonati.

Una segnalazione arrivata a fine gennaio richiamava un post su Facebook sulla vendita di due registri che riportavano un elenco di minori nati nel XIX e XX secolo, spesso abbinati ai nomi dei genitori – morti o dai quali erano stati abbandonati -. Una lista di oltre 2500 nomi: alcuni di essi, nati nei primi decenni del ‘900 sono ancora in vita.

Gli investigatori, ipotizzando la potenziale provenienza illecita del materiale e l’illecito trattamento dei dati personali, avviavano l’indagine: la prima difficoltà è stata l’individuazione dell’inserzionista, perché l’annuncio era stato cancellato subito dopo la pubblicazione.

Tuttavia, dopo un’attenta analisi dei dati telematici, riuscivano a focalizzare l’attenzione su un uomo (M.M., del 1981): il 4 aprile si presentavano a casa sua con un Decreto di perquisizione locale per raccogliere elementi di prova a suo carico; qui, trovavano i due registri che venivano posti sotto sequestro.

M.M. veniva denunciato a piede libero per ricettazione1 e trattamento illecito di dati2.

1 Codice Penale, art. 648 (Ricettazione)

2 D.Lv. 196/2003, art. 167 (Trattamento illecito di dati)

Agente Gianna

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