Un’addetta dei musei comunali aveva subito il furto del suo cellulare sul posto di lavoro e aveva denunciato il fatto al Nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale di Trieste che, dopo un’attenta indagine, ha identificato il presunto responsabile e recuperato il maltolto.
I fatti risalgono a qualche mese fa: la sorvegliante, all’inizio del servizio pomeridiano, aveva riposto la borsa con il cellulare in un’area riservata ai dipendenti; a fine turno si era accorta che il telefonino non c’era più. Formalizzava perciò la denuncia alla Polizia Locale che avviava immediatamente l’indagine acquisendo inizialmente le tracce video dell’impianto di videosorveglianza, grazie alle quali gli operatori riuscivano a focalizzare l’attenzione su un uomo di circa 40 anni, accompagnato da altre due persone, (risultate poi estranee ai fatti): l’uomo veniva ripreso nel momento stesso in cui s’impossessava del cellulare della vittima, avendo cura di non essere notato da altri. La qualità delle immagini forniva però elementi insufficienti a identificare con sicurezza il responsabile. Acquisivano quindi le matrici dei biglietti venduti, l’estratto dei pagamenti elettronici in sede e, di concerto con l’Autorità Giudiziaria, l’elenco dei traffici telefonici e telematici abbinati al dispositivo rubato. L’incrocio di tutti questi dati permetteva di ricondurre al presunto responsabile del furto (C.A., maschio, del 1980).
Durante la successiva perquisizione presso la sua residenza, gli Agenti trovavano il cellulare (già restituito alla legittima proprietaria).
C.A. veniva denunciato per furto aggravato (Codice Penale, articoli 624 e 625).
(Foto da archivio)