chiesa e scalinata di Santa Maria Maggiore a Trieste da Google Street View

Aggressione violenta su tre ragazzi a scopo di rapina

La Polizia Locale indaga e identifica i presunti responsabili (arresto e trasferimento in carcere)

Ieri mattina (26.11.2024) due giovani cittadini italiani (A.M. e T.B. del 2005, di origine serba e algerina), sono stati arrestati nelle proprie abitazioni e trasferiti in carcere, come presunti responsabili di una violenta rapina a danno di tre giovani triestini, avvenuta lo scorso ottobre.

Un evento che potrebbe rientrare nel fenomeno delle c.d. Baby Gang, già all’attenzione della Polizia Locale di Trieste perché non superi la soglia di un’ordinaria preoccupazione.

I fatti risalgono precisamente alla notte del 12, nei pressi della scalinata della Chiesa di Santa Maria Maggiore: i due giovani arrestati, notavano un ragazzo che stava entrando in un veicolo in sosta e lo avvicinavano per chiedergli se aveva una sigaretta. Probabilmente era solo un espediente perché, al no del ragazzo, i due passavano ad una cruenta aggressione: mentre uno lo bloccava da dietro, l’altro lo colpiva violentemente al volto e al capo utilizzando la fibbia metallica di una cintura. Poco lontano due amici della vittima, udite le grida, accorrevano in aiuto ma venivano a loro volta picchiati alla testa e al corpo con fibbia, pugni e calci.

L’aggressione era verosimilmente finalizzata alla rapina: si facevano infatti consegnare i portafogli ma, non trovandovi denaro, si dileguavano immediatamente gettando a terra il maltolto. In seguito all’aggressione, uno dei ragazzi riportava un trauma cranico e nasale (frattura delle ossa nasali) con una prognosi di 25 giorni; traumi e ferite lacero-contuse al capo e al corpo per gli altri due.

L’indagine è stata condotta dal Nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale di Trieste, diretta dalla PM Dott.ssa Chergia.

“Gli operatori – riferisce l’Assessore alla Sicurezza Caterina de Gavardo – sono giunti ad identificare i presunti aggressori, dopo un’articolata attività d’indagine: dall’analisi di numerose tracce video, al monitoraggio dei canali social, passando anche per l’ascolto di alcuni testimoni”.

Fondamentali per l’identificazione, i tatuaggi di A.M. e T.B., chiaramente visibili in alcuni frame delle telecamere. Ulteriori elementi probatori a carico dei presunti responsabili sono emersi durante la perquisizione locale, a casa dei due, successiva al loro arresto: dovranno rispondere di rapina e lesioni aggravate in concorso (Codice Penale, rispettivamente, articoli 628-582-585).

Le indagini non sono però ancora concluse: gli investigatori stanno infatti ancora verificando il possibile ruolo di altri due giovani – un maschio e una femmina – che forse hanno preso parte in qualche misura alla violenta rapina.

Dopo le pratiche di rito A.M. e T.B. venivano tradotti alla Casa Circondariale di via Coroneo, in esecuzione della misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale, Dott. Dainotti, che ha ritenuto il reato “connotato da ragguardevole gravità e da violenza feroce e gratuita”.

Agente Gianna

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